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La Mini borsa GG Marmont matelassé – Gucci

La Mini borsa GG Marmont matelassé non è poi tanto mini. Le sue misure sono 18x12x6 espresse in centimetri. Ha una tracolla -di 60 cm- con catena e i due “cosini adorabili” altrimenti detti striscette inutili che ci stanno sempre bene. La chiusura è a cerniera e ha anche una tasca interna aperta. La doppia G -un po’ troppo grande per me- e la fodera in microfibra. Non solo è disponibile in diverse varianti -bianco, rosso, nero- e la mia è color rosa cipria ma ci sono anche dei modelli impreziositi con pietre ed effetti velluto con tanto di scritte. Esagerati sì, ma neanche troppo. Sarà che ormai ho perso la testa per l’ophelia con il dragone.
Non sono molta affezionata al marchio, anzi. Diciamola tutti: la maison non mi è mai piaciuta e il monogramma l’ho sempre trovato uhm. Noioso.
Solo che da quando è arrivato alla direzione artistica Alessandro Michele ho completamente perso la testa per lui e le sue opere. Mi piace pure il profumo Bloom; mai successo. Era dai tempi di rush che Gucci anche lato profumi: uhm.

Adesso? Mi piacciono le spille, gli accessori e le scarpe. Ho ceduto a questo bianco e nero vittoriano impreziosito dagli insetti e sì: pure alle scimmie, ai leoni e troppo altro. È incredibile quello che una diversa direzione artistica può apportare a un marchio. Da completamente disinteressata alla doppia G mi sono ritrovata “ossessionata”; tra virgolette sì. La visione di Alessandro Michele la trovo complessa, colta e articolata.

 

È una filosofia visiva che ben si sposa con il mio iperuranio e quello che io, soggettivamente, reputo bello. Raramente una collezione mi ha colpito così tanto. Adesso non parlo nello specifico di questa borsa -anche se dovrei- ma in generale.
Se mi segui sai che non amo molto le borse piccole, nonostante ultimamente le stia rivalutando.
È una borsa mini, dicono ma come ti dicevo all’inizio sai che non lo è davvero? È molto spaziosa e ci entra anche un bel portafogli grande, una mini pochette, il cellulare, le chiavi e anche le mie immancabili matite con un moleskine piccolino. Non è insomma quella scatolina piccina da chiavi e basta. E ho un plus come telefono, quindi neanche il compianto star tak come grandezza.
Oh. Te lo ricordi lo startak? Sono anziana, c’è poco da fare.
Mi piace perché è morbida e a differenza di quello che si può pensare molto resistente. È comoda, versatile e pure con un paio di jeans al mattino va benissimo. Ti accompagna fino a sera e il colore nello specifico si adatta su tutto. Nera sarebbe stata più da me, ma come  è nata questa sorta di “fiducia” -che mai avrei creduto- con il marchio e allora mi sono spinta in un rosa cipria. Non sono assolutamente pentita dell’acquisto e valuto anche la nera; anche perché quella bianca e nera non è più disponibile. A Natale ho sbagliato a non cedervi. Mi ha fatto più volte l’occhiolino ma per qualche oscura ragione è rimasta lì in quel limbo della wish list.

Ho acquistato il portafogli di questa serie a righe -dal sapore vittoriano- certa che l’avrei ritrovata e invece.

Mi piace perché anche se definita rosa cipria in realtà ha una nuance molto particolare e “dura”. Non è di quel rosa mieloso ma con carattere. Più un nude. Al matelassé è difficile non cedere e a quanto pare anche ad Alessandro Michele, per cui ho perso la testa.

 

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